Questo atto dell’Autorità rende esplicito e per così dire formalizza un fatto “duro” e cioè che ormai noi avvocati dobbiamo affrontare la cosiddetta modernità.
Mi sembra che finora abbiamo giocato in difesa, rivendicando la specificità della nostra professione che non si presta alla mercificazione spinta, caratteristica del mondo contemporaneo.
Ricordo, ad esempio, la battaglia in difesa della tariffa.
La mercificazione è umiliante e porterà secondo me ad un futuro fosco, ma c’è e agisce a prescindere dalle nostre opinioni, quindi va affrontata.
Mi soffermo sulla parte delle linee guida che riguarda gli incarichi per così dire puntuali cioè quelli che, per riguardare singoli casi, non rientrano tra i servizi legali.
Anche se non vi rientrano, di fatto le linee guida esigono per loro la procedimentalizzazione per il conferimento.
Che altro significa, infatti, il rispetto dei “principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, pubblicità, tutela dell’ambiente ed efficienza energetica”?
Che sia chiamata così o meno, quindi, la gara per l’affidamento dei singolo incarico dovrà essere svolta.
Queste prescrizioni sono quindi il frutto dell’affermazione sempre più veemente del principio della concorrenza nella nostra società, anche sulla spinta della normativa eurounitaria.
In verità il principio della concorrenza ha vinto prima di tutto a causa dell’aumento enorme dell’offerta, cioè del numero di avvocati operanti: per una legge economica inevitabile, se aumenta l’offerta i committenti possono scegliere più facilmente alle condizioni che dettano loro.
Per quanto riguarda gli incarichi da enti pubblici, poi, la spinta alla concorrenza senza limiti è stata generata anche dalla drastica riduzione delle risorse di cui dispongono.
Quando gli enti potevano spendere senza controllo, gli incarichi fioccavano per molti di noi e, al momento del saldo, non si faceva mai alcuna questione.
È esperienza comune, invece, che ormai da qualche anno gli enti pubblici centellinano gli incarichi e che, già al momento dell’incarico, propongono compensi sotto i limiti minimi dei parametri, o comunque “suggeriscono” riduzioni molto consistenti.
Per la normativa eurounitaria, poi, la concorrenza è più che un principio: è un dogma di fede.
Appartenendo noi a questa chiesa laica ma intollerante, ci dobbiamo adeguare.
Se il quadro è quello sconfortante a cui ho accennato, le linee guida potrebbero servire a formalizzare un modo di procedere più equo e controllabile.
Equo perché offrirebbero a tutti le stessi possibilità di concorrere; controllabile perché le scelte delle amministrazioni passerebbero attraverso un procedimento cui partecipano tutti gli interessati.
Argutamente il Consiglio di Stato nel parere sulle linee guida osserva che il rispetto dei principi generali sui contratti pubblici eviterebbe “scelte fiduciarie ovvero motivate dalla ‘chiara fama’ (spesso non dimostrata) del professionista”
Ma l’esperienza di artigiano del diritto mi suggerisce che l’efficacia di qualsiasi normativa dipende dalla disponibilità per così dire culturale di chi è tenuto ad applicarla.
Abbiamo visto tante volte che le norme dettate per ottenere trasparenza e imparzialità, sono poi applicate in modo capzioso e formalistico, in modo da ottenere lo stesso i risultati opachi e parziali.
Penso, ad esempio, ai concorsi universitari che rispondono sempre alla stessa logica di cooptazione, anche se – nel corso della mia esperienza – la normativa è mutata almeno tre volte.
Ed anche per gli incarichi che qui ci interessano, tutti i rispettabili obiettivi che si propongono le linee guida saranno vanificati, se ad esempio i requisiti di valutazione saranno “cuciti addosso” al predestinato oppure i criteri saranno così generali, da lasciare campo libero alle scelte più spericolate.
Si potrebbe in tali casi avviare un contenzioso ma chi se la sentirebbe di investire l’esoso contributo per un risultato a vantaggio generale di tutti i concorrenti?
In conclusione ritengo che dobbiamo cogliere nelle linee guida lo spunto per affrontare la contemporaneità, convintamente anche se senza illusioni.
Per giovarcene servirà studiarle bene e questo convegno è un eccellente inizio.
Di questo e altri argomenti si parlerà in occasione del seminario di formazione dal titolo “L’affidamento dei servizi Legali: quali regole per la P.A. dopo le linee guida Anac 12/2018?” che avrà luogo il prossimo 25 gennaio presso il TAR Catania.
Ulteriori informazioni sono reperibili al seguente link.